Piano d’azione per la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili nel nostro territorio. Obiettivi, benefici, roadmap
Indice
Obiettivi delle CER
- Incrementare il numero di impianti di produzione da rinnovabili
- Avvicinare e rendere sinergici produzione e consumo
Benefici ambientali
- Riduzione delle emissioni climalteranti
- Riduzione dell’inquinamento locale
- Maggior benessere e comfort
Benefici sociali ed economici
- Sicurezza e autosufficienza energetica a costi certi e prevedibili
- Costi energetici ridotti
- Solidarietà energetica
- Benefici economici diretti e indiretti
- Destinazione sociale dei ricavi della CER
I criteri guida del piano d’azione
- Benefici per l’intera comunità
- Il ruolo centrale dei Comuni
- La Comunità Energetica del Territorio (CET)
La roadmap
- Fase 1: costituzione delle CER e l’anticipazione della CET
- Fase 2: avvio operativo delle CER
- Fase 3: sviluppo ed ampliamento delle CER
Che cosa siano le Comunità Energetiche Rinnovabili e quali norme ne regolino il funzionamento è ampiamente descritto alla pagina del nostro sito, a cui rinviamo.
In questo documento desideriamo approfondirne obiettivi, benefici e roadmap per la loro costituzione ed avvio operativo, a seguito del lavoro di informazione, approfondimento e discussione che RCV ha condotto in questi mesi, anche con la consultazione di altre realtà territoriali, associazioni, esperti e consulenti.
Gli obiettivi delle CER
Le CER possono essere il principale strumento per realizzare il sistema decentrato per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, contribuendo così in misura determinante alla decarbonizzazione del sistema elettrico.
Le CER si costituiscono infatti grazie all’associazione di consumatori e consumatori- produttori (prosumer), cioè soggetti in possesso di impianti di produzione di energia elettrica, prevalentemente fotovoltaici, di recente o nuova realizzazione. Sono quindi, in primo luogo, promotrici della realizzazione e diffusione di nuovi impianti da fonti rinnovabili.
Il primo obiettivo delle CER è pertanto incrementare il numero di impianti di produzione da fonti rinnovabili.
L’accelerazione di installazioni di impianti sui tetti, riduce inoltre la necessità di realizzare impianti a terra, lasciando il suolo libero per altri usi.
Essendo associazione tra produttori e consumatori di energia, le CER hanno l’obiettivo di avvicinare e rendere sinergici produzione e consumo:
- Massimizzando l’autoconsumo, con il beneficio di ottimizzare le reti di distribuzione e trasmissione riducendo il carico e di conseguenza le perdite di rete;
- Avvicinando temporalmente produzione e consumo, con la responsabilizzazione e collaborazione attiva degli utenti, con il beneficio di compensare l’intermittenza delle fonti intermittenti, facendo corrispondere al massimo possibile il consumo alla produzione.
Fondandosi sulla partecipazione ed il contributo attivo di cittadini ed imprese alla decarbonizzazione, le CER possono essere il traino per l’efficientamento energetico finalizzato alla riduzione del fabbisogno energetico e dei consumi, e per l’elettrificazione dei consumi, in particolare nell’ambito della mobilità, del riscaldamento e dei consumi domestici, con conseguente trasferimento di consumi, ridotti, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili.
Benefici ambientali
Il sostanziale beneficio delle CER è la riduzione delle emissioni climalteranti realizzata con il trasferimento dei consumi dalle fonti fossili attualmente utilizzate alle fonti rinnovabili degli impianti realizzati grazie all’impulso delle CER.
Non va tuttavia trascurato il co-beneficio della riduzione dell’inquinamento locale, ora causato dagli attuali impianti fossili, sostituiti da impianti ad inquinamento zero, particolarmente rilevante nei nostri territori al confine con la Pianura Padana.Infine i benefici per i consumatori, in termini di maggior benessere e comfort, soprattutto per quei soggetti a rischio povertà energetica e che, come descritto in seguito, potranno accedere a servizi energetici migliori.
Benefici sociali ed economici
Ricordando che “l’obiettivo principale della comunità è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e non quello di realizzare profitti finanziari” (Art.31, comma a) del Dlgs 199/2021), riassumiamo di seguito i benefici economici e sociali della CER, ben oltre il semplice beneficio derivante dallo scambio di energia su base locale.Il sistema decentrato basato su fonti rinnovabili è garanzia di sicurezza e autosufficienza energetica a costi certi e prevedibili.
La sicurezza energetica e l’autosufficienza derivano dall’utilizzo di fonti energetiche locali, in primo luogo basate sulla radiazione solare, in sostituzione di fonti remote e di disponibilità incerta, come le ricorrenti crisi energetiche hanno dimostrato.
Il costo della produzione da fonti rinnovabili è esclusivamente quello dell’investimento iniziale, essendo trascurabili i costi operativi e di manutenzione. In questo modo, fin a partire dal preventivo inziale, si potrà prevedere con elevata precisione il costo dell’energia nel corso della vita dell’impianto, da confrontare con gli elevati costi dei combustibili fossili e dalla loro imprevedibilità, legata ad eventi e dinamiche internazionali fuori controllo.
Il costo dell’energia potrà poi essere abbattuto non solo grazie al passaggio da fonte costosa a fonte gratuita (il sole), ma anche con il perseguimento di alti livelli di autoconsumo e di condivisione dell’energia e con acquisti comuni, e quindi beneficiari dalle economie di scala, di apparecchiature ed infrastrutture, quali ad esempio, sistemi fotovoltaici, accumuli, sistemi di domotica, ecc.
La CER rende poi possibile la solidarietà energetica, che può concretizzarsi nello scambio virtuoso e reciprocamente vantaggioso tra chi, per varie ragioni, non può disporre affatto o solo in misura insufficiente di superfici per l’installazione di impianti fotovoltaici, e chi dispone invece di ampie superfici, ma ha bassi consumi che non giustificherebbero l’installazione di impianti di elevata potenza. Questo scambio non vale solo per superfici di tetti, ma anche per superfici aperte, come coperture di parcheggi, aree a terra inutilizzate o inutilizzabili, e così via.
In breve la localizzazione ed il dimensionamento degli impianti si potrà fare in considerazione delle esigenze e delle opportunità collettive e non solo di quelle individuali, con benefici ricadenti sull’intera comunità.
Un’attenzione particolare deve essere riservata ai benefici economici indotti dalle CER.
Ci saranno i benefici economici diretti, la nuova occupazione generata dalle CER, soprattutto nel settore dei servizi di installazione di impianti fotovoltaici e strumentazione collegata, efficienza energetica, domotica e di prodotti di e-mobility e di pompe di calore.
Si tratta di quella quota di ricchezza locale che veniva destinata all’acquisto di fonti energetiche remote, che viene invece riorientata all’economia e all’occupazione locale.
Ma ci saranno anche benefici economici indiretti sul benessere e l’economia locale derivanti da condizioni favorevoli a nuove iniziative imprenditoriali e professionali, per la certezza ed il minor costo locale dell’energia, per la spinta all’innovazione e per il contesto sociale collaborativo.
Anche i ricavi della CER potranno andare a beneficio dell’intera collettività. Essi comprendono:
- I ricavi derivanti dalla tariffa incentivante riconosciuta all’energia condivisa, quella che alcuni chiamano la ‘parte emersa dell’iceberg’;
- ed i ricavi derivanti dalla cosiddetta ‘parte sommersa dell’iceberg’, quali i servizi ancillari, la vendita dell’energia eccedente sul mercato, la fornitura di dati, la partecipazione a bandi, ecc.
Questi ricavi, oltre a finanziare lo sviluppo delle CER, potranno essere destinati a finalità sociali, quali ad esempio:
- il contrasto della povertà energetica, già previsto dalla direttiva europea RED II e dal decreto 199/2021;
- contributi a progetti locali, quali servizi alla comunità, piani di risanamento di spazi pubblici, investimenti per l’adattamento al cambiamento climatico ed il ripristino di ambienti naturali degradati.
La CER cioè, una volta consolidatasi ed ampliato il suo raggio d’azione oltre il semplice scambio di energia, può diventare un motore importante dello sviluppo locale, in chiave sociale ed economica.
Senza considerare che la CER per sua stessa natura promuove e diffonde nella popolazione e nei soggetti aggregati spirito di comunità e comportamenti pro-sociali, con effetto benefico sulla vita ed il benessere locale.
I criteri guida del piano d’azione
Segue da quanto detto che l’obiettivo primario delle CER, non solo in forza della legge, ma in virtù delle molteplici prospettive che apre e di cui abbiamo dato conto, è fornire benefici all’intera comunità sia di natura ambientale che sociale ed economica.
Rimane certo l’obiettivo di contribuire direttamente a ridurre l’entità delle bollette, ma anche per il singolo socio i vantaggi maggiori verranno dalle ricadute territoriali, se viste in una scala temporale sufficientemente ampia.
La visione di Rete per il Clima del Verbano s’ispira a questo principio nel delineare il percorso di costruzione, avvio e sviluppo delle CER e nel considerare il ruolo dei diversi soggetti e attori locali.
Data la preminenza di obiettivi territoriali e collettivi, i Comuni sono chiamati ad avere un ruolo centrale nella promozione e gestione delle CER, in quanto istituzione rappresentativa della volontà degli abitanti e garanzia di lungo termine della sua stabilità e della coerenza delle azioni intraprese con gli obiettivi posti a suo fondamento, in primis lo sviluppo del sistema elettrico decentrato e la decarbonizzazione.
La normativa vigente dispone che possano partecipare ad una stessa CER ‘impianti e utenze di consumo connesse sotto la stessa ‘cabina primaria’, che pertanto definiscono il perimetro delle CER.
Tuttavia, in considerazione della complessità tecnica, normativa e gestionale di una CER, nel perseguimento degli svariati obiettivi che abbiamo indicato, è stato ipotizzato un livello superiore e integrativo, denominato Comunità Energetica del Territorio (CET), come luogo in cui concentrare i servizi di maggior valore e più critici per il buon funzionamento delle CER, che fungerà pertanto da ‘aggregatore’ di CER.
Più precisamente le ragioni che consigliano di creare una CET sono:
- la riduzione dei costi fissi, derivante da una gestione condivisa di funzioni comuni,come ad esempio le piattaforme di gestione della CER, e di strumenti operativi;
- l’accesso a competenze specialistiche di natura tecnica, normativa e contabile per la gestione e lo sviluppo delle CER, quali ad esempio competenze di energymanagement, consulenze legali, ecc.;
- la possibilità di affrontare collettivamente degli acquisti, operando come gruppo diacquisto, al fine di uniformità e riduzione di costi;
- la sinergia con altre azioni locali finalizzate alla decarbonizzazione, ad esempio lariqualificazione energetica degli edifici, la e-mobility, condividendo anche in questo caso modelli di azione e competenze.
La roadmap
Per la ricchezza e varietà degli obiettivi e la complessità delle CER, Rete per il Clima del Verbano propone una roadmap di costituzione e sviluppo delle CER articolata in più fasi.
Fase 1: costituzione delle CER – Questa fase è descritta nel documento redatto dal Tavolo per il Clima di Luino dal titolo ‘Procedura per costituire una Comunità Energetica Rinnovabile’, cui rimandiamo. Si auspica che sia possibile costituire una CER per ognuna delle cabine primarie del territorio di riferimento.
In parallelo alla procedura di costituzione, si attiva una forma anticipata e non ancora istituzionalizzata di CET, istituendo una commissione composta da amministratori e tecnici comunali, delegati dai Comuni, ed esperti di RCV, con il compito di:
- Predisporre una bozza di regolamento da sottoporre alle CER;
- Elaborare una stima dei costi e delle risorse necessarie per la prima fase dioperatività della CET e delle CER;
- Stendere il testo per il bando di gara per l’assegnazione del partner tecnico cuiesternalizzare le funzioni non coperte dalle competenze interne. La gara verrà poibandita da un Comune capofila, incaricato dai Comuni promotori delle CER;
- Predisporre una bozza di ‘Piano di sviluppo a lungo termine delle CER’;
- Supportare eventuali studi di prefattibilità, anche ricorrendo al partner esterno, perComuni e/o CER che volessero aggregarsi alla CET;
- Supportare i Comuni interessati al bando PNRR MisuraM2-M2C2-I1.2, diassegnazione di ‘Promozione rinnovabili per le Comunità Energetiche el’autoconsumo’ destinato ai Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti;
- Impostare il lavoro per rendere sinergica la formazione delle CER con altre azioni finalizzate alla decarbonizzazione, in primis la riqualificazione energetica degli edifici;
- Studiare una o più proposte di possibili modelli giuridico-operativi del soggettoaggregatore ‘Comunità Energetica del Territorio-CET’
Fase 2: avvio operativo delle CER, necessita dell’avvenuta scelta del partner tecnico a seguito di procedura ad evidenza pubblica, bandita nella fase precedente. Al partner tecnico sarà richiesto
- Presentare istanza a GSE secondo le disposizioni di legge e curane il buon esito interfacciandosi con lo stesso GSE;
- Gestire i flussi delle CER, attraverso idonea piattaforma software, per redistribuire ai soci i ricavi derivanti dalla tariffa incentivante, tener traccia e valutare i profili di produzione e consumo delle CER, fornendo indicazioni e supporto alle singole CER ed ai loro soci, al fine di massimizzare l’energia condivisa;
- Manutenere gli impianti di produzione per ottenerne il massimo beneficio.
I Comuni, con il supporto della commissione ‘anticipo CET’, intavolerà un costante rapporto con il distributore locale, al fine di favorire l’allacciamento dei nuovi impianti, il corretto dimensionamento delle reti in relazione agli impianti di produzione previsti e la rimozione di ogni ostacolo che si frapponesse al buon funzionamento delle CER.
Fase 3: sviluppo ed ampliamento delle CER – Una volta consolidata nel suo funzionamento routinario, le CER, supportate dalla CET, potranno volgersi allo sviluppo e l’ampliamento in molteplici direzioni:
- Evoluzione della forma giuridica e organizzativa delle CER per renderla più corrispondente alle necessità, verso modalità atte a garantire maggiore solidità, continuità e bancabilità dei progetti; istituzionalizzazione della CET, selezionando tra le proposte avanzate dalla commissione ‘anticipo CET’;
- Definire gli impieghi a fini sociali dei ricavi delle CER, una volta consolidati, a cura delle stesse CER o della CET, qualora il territorio d’interesse fuoriesca dai perimetri di competenza delle CER;
- Ottimizzazioni delle curve di consumo per farle corrispondere sempre più alle curve di produzione, avvalendosi delle indicazioni fornite dalla piattaforma software per orientare le modalità di consumo dei soci ed eventualmente installando batterie di accumulo, o altre apparecchiature idonee;
- Ricerca di prosumer (imprese, privati) e consumer per allargare la base dei soci epromozione della realizzazione di nuovi impianti presso i soci consumer;
- Ricerca di tetti e superfici idonee ad ospitare impianti di produzione sia pubblici che privati, stimandone la producibilità con il supporto del partner tecnico, anche per darecorso all’obiettivo della solidarietà energetica;
- Incoraggiare e sostenere la realizzazione di impianti pubblici e privati, per esempiocostituendo gruppi d’acquisto, accreditando professionisti abilitati e con la ricerca difinanziatori esterni;
- Allargare la gamma dei servizi proposti, nella logica della cosiddetta gestione attiva,quali la vendita dell’energia eccedente, la realizzazione di servizi ancillari, la spinta all’elettrificazione dei consumi particolarmente nel campo della mobilità e del riscaldamento/raffrescamento.