QUALE FUTURO PER LA MOBILITA’?

di Alessandro Perego, Tavolo per il clima di Luino

Chi si interessa di cambiamento climatico, in Italia, si trova spesso ad assistere allo sconfortante fenomeno della strumentalizzazione della scienza per finalità ad essa estranee. La sensazione che ogni problema, per quanto oggettivo e scientificamente fondato, possa prestarsi a molteplici interpretazioni, più o meno severe o indulgenti a seconda del colore politico, e che ogni dibattito debba per forza di cose scivolare verso uno scontro tra posizioni polarizzate e inconciliabili, è presente in ognuno di noi, attivisti o semplici osservatori. Se ormai sono in pochi a negare il problema del riscaldamento globale e la sua origine antropica, è soprattutto intorno alle soluzioni che oggi si concentrano le letture ideologiche che polarizzano e paralizzano il dibattito pubblico. Il tema della mobilità elettrica, purtroppo, non fa eccezione. 

Se non è possibile affrontare in modo diretto i grandi potentati economici che, attraverso i loro referenti politici, contribuiscono a inquinare le acque del dibattito pubblico con argomenti fallaci o con foschi e infondati presagi sulle conseguenze economiche e sociali del processo di decarbonizzazione, possiamo però contrastare la paura e l’incertezza indotte dall’ignoranza con l’antidoto democratico e gratuito della cultura. In particolare, in questo caso, della cultura scientifica. 

Partiamo dunque dai dati. Nel 2022, dati Eurostat alla mano, l’Italia superando il Lussemburgo è diventata prima in Europa per automobili pro-capite possedute: ben 684 ogni mille abitanti, contro una media europea di 560.  Non solo aumentano le vetture, ma crescono di dimensioni: una recente ricerca ha individuato un aumento medio della lunghezza delle automobili di un cm ogni due anni. Il volume maggiore restringe ulteriormente lo spazio disponibile nelle città, mentre il peso aumenta l’energia necessaria per muoverle, con conseguente aumento delle emissioni. 

Secondo i dati forniti dal Ministero dei trasporti, un terzo delle emissioni di CO2 nel nostro paese proviene dal settore dei trasporti. Di queste, la grande maggioranza è prodotta dal trasporto su strada. L’inquinamento nelle nostre città è causa di preoccupazione per la salute dei cittadini. Un’inchiesta del The Guardian ha di recente nuovamente puntato i riflettori sull’inquinamento in Pianura Padana, dove in alcune zone gli inquinanti presenti nell’area superano di quattro volte il limite stabilito dall’OMS. A Milano, nel 2022, per più di 90 giorni si sono superati i limiti del PM10.  Dato, quest’ultimo, in aumento rispetto al 2021, mentre è in calo l’uso del trasporto pubblico. 

Infine, non certo per importanza, l’impatto sul cambiamento climatico. I dati EEA confermano quanto già osservato per le emissioni nel nostro paese: il settore dei trasporti è responsabile per circa un terzo delle emissioni in Europa, e la quasi totalità di queste emissioni proviene dal trasporto su strada. Il riscaldamento globale, secondo uno studio del World Economic Forum, causerà verosimilmente 14.5 milioni di morti entro il 2050 e perdite economiche di 12.5 biliardi (1 biliardo=1000 miliardi) di dollari nel mondo, di cui 1.1 a carico dei sistemi sanitari.  

Se questo è lo scenario, occorre intervenire e in fretta con la decarbonizzazione, inclusa quella dei trasporti, per la quale almeno per i prossimi dieci anni, ci dicono gli scienziati, non c’è alternativa all’elettrificazione. I  dubbi e le domande dei cittadini a riguardo sono comprensibilmente molti. L’auto elettrica inquina davvero meno dell’auto a combustione? Le infrastrutture di ricarica sono sufficienti? I costi non sono ancora proibitivi? Non rischiamo di legarci ancora più saldamente alla Cina, paese leader nella produzione e nella lavorazione delle terre rare necessarie per produrre le batterie? L’estrazione delle terre rare comporta lo sfruttamento del lavoro nei paesi più poveri del mondo?

Queste e molte altre domande meritano di essere discusse in modo trasparente, non ideologico, scientifico. 

Per questo motivo la Rete per il Clima del Verbano organizza, in data 1 marzo 2024 alle ore 21.00 a Travedona Monate (VA) presso la Sala Borsellino e Falcone in  via Don Luigi Sturzo 40, una serata aperta a tutti dal titolo “La transizione alla mobilità sostenibile va accelerata o rallentata? E con quali costi e benefici?”. Oltre a Fulvio Fagiani, laureato in fisica e fondatore della Rete per il Clima del Verbano, sarà presente come relatore Andrea Poggio, della Direzione nazionale di Legambiente. 

02/03/24 ora la registrazione dell’incontro è disponibile qui mentre la presentazione di Andrea Poggio è scaricabile qui.