Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha avviato l’iter con l’Unione Europea sulla proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Ue necessario per l’entrata in vigore e definisce due tipi di agevolazioni:
1. Incentivo in Tariffa: applicabile in tutti i contesti e su tutto il territorio nazionale; 5GW di potenza impianti incentivabile entro il 31/12/2027
2. Contributo in conto capitale: territori dei comuni sotto i 5mila abitanti, fino al 40% dell’investimento per lo sviluppo di una comunità, finanziato da 2,2 miliardi di PNRR, almeno 2 GW finanziabili fino al 30/6/2026, cumulabile con incentivo in tariffa
Tutte le tecnologie rinnovabili (pv, eolico, idro, biomasse) sono incentivabili e finanziabili nel rispetto della neutralità tecnologia, sempre con il limite del MW per singolo impianto.
Tariffa incentivante
La tariffa incentivante per l’energia elettrica condivisa attraverso la porzione di rete di distribuzione sottesa alla medesima cabina primaria (da non confondere con energia condivisa a livello di zona di mercato) è modulata su tre scaglioni in base alla potenza degli impianti, privilegiando gli impianti di taglia inferiore:
• gli impianti >600 kWp hanno una parte fissa di 60 euro al megawattora e una variabile fino a 40 €/MWh per un massimo di 100 €/MWh.
• gli impianti da 200 a 600 kWp hanno una parte fissa di 70 €/MWh e una variabile che non può superare i 40, con tetto a 110 €/MWh.
• gli impianti <200 kWp hanno 80 €/MWh di fisso e un massimo 40 euro di variabile con tetto a 120 euro.
La parte variabile è uguale al massimo tra 0 e la differenza tra 180 e il Prezzo zonale (0; 180 – Pz). 180 corrisponde al riferimento di price-cap europeo per la vendita dell’energia. Il prezzo zonale orario è il prezzo di vendita dell’energia elettrica che si forma sul mercato elettrico e varia ora per ora e in base alla zona di mercato.
Viene applicato un correttivo legato alla collocazione geografica degli impianti: quelli ubicati nel Centro Italia e quelli del Nord riceveranno un extra rispettivamente di 4 e 10 €/MWh di energia condivisa.
Incentivi sono cumulabili con contributi in conto capitale, ma in questo caso viene ridotta la tariffa, andando ad apportare una riduzione corrispondente alla percentuale di contributo a fondo perduto di cui si è usufruito.
Facendo un esempio, in caso di tariffa spettante pari a 100 euro e contributo al 40%, la tariffa scende a 60 euro.
La riduzione non si applica però ai punti di prelievo nella titolarità di enti territoriali, autorità locali, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale.
Contributo a fondo perduto
Comunità energetiche rinnovabili e i gruppi di autoconsumo collettivo, ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, possono beneficiare del contributo del 40% a copertura delle spese sostenute per gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, inseriti all’interno delle configurazioni.
Gli impianti ammessi al contributo devono entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di presentazione della richiesta e comunque non oltre il 30 giugno 2026.
Il costo di investimento massimo di riferimento per l’erogazione dei contributi è posto pari a:
• 1.500 €/kWp per impianti fino a 20 kWp
• 1.200 €/kWp per impianti di potenza superiore a 20 kWp e fino a 200 kWp
• 1.100 €/kWp per impianti di potenza superiore a 200 kWp e fino a 600 kWp
• 1.050 €/kWp per impianti di potenza superiore a 600 kWp e fino a 1.000 kWp