LO STATO DEL PIANETA IN CINQUE RECENTI STUDI: CLIMA, OBIETTIVI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE, CONFINI PLANETARI

di Fulvio Fagiani

Cinque recenti lavori scientifici aggiornano sullo stato del clima e dei 9 processi biofisici che governano la stabilità del pianeta e che sono considerati nel modello dei confini planetari. Nell’insieme nessuna buona nuova. Le emissioni climalteranti continuano a crescere e la quantità di carbonio che possiamo ancora emettere prima che svanisca l’obiettivo di non superare 1,5°C di aumento della temperatura, è sempre più piccola. In più, dei nove confini planetari, ben sei sono oltre la soglia di sicurezza, in area ad alto rischio. Eppure due di questi studi ci ricordano che siamo ancora in tempo a salvaguardare gli equilibri del pianeta purché ci si impegni in trasformazioni profonde delle nostre società.

Sommario.

  • –  Introduzione
  • –  Lo stato del clima
  • –  Stabilità e confini planetari
  • –  I (mancati) progressi degli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile
  • –  Discussione

INTRODUZIONE

Sono stati pubblicati tra giugno e settembre cinque studi che tracciano un bilancio dello stato del pianeta, avendo per oggetto il clima, i confini planetari e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile Nell’insieme quindi configurano una fotografia completa e aggiornata di come sta il mondo in cui viviamo.

Lasciamo uno spazio più ampio al clima in vista della Conferenza delle Parti COP28, che si volgerà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre.

LO STATO DEL CLIMA

Si avvicina la COP28, da cui come sempre ci si attende uno scatto in avanti nelle azioni di mitigazione e adattamento. Dopo la pubblicazione del sesto rapporto dell’IPCC1,2 è già il momento di aggiornarne i numeri. Questi rapporti, infatti, prendono in esame le pubblicazioni scientifiche disponibili entro una certa data stabilita a priori. Nel caso del sesto rapporto questa era la fine del 2019.

Vi ha provveduto un articolo scritto da Forster ed altri, nell’ambito dell’iniziativa Indicators of Global Climate Change (IGCC)3 che si propone di mantenere aggiornati nel tempo i principali indicatori sul cambiamento climatico.
Ma la domanda che ci poniamo sempre quando si parla di clima è ‘dove stiamo andando?’, cui troviamo risposta in due rapporti emessi da organismi che godono di grande autorevolezza in materia: la Convezione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici UNFCC, che ha fatto il punto sugli impegni di riduzione delle emissioni assunti dagli Stati proprio in vista di COP28 , e l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA)dell’OCSE che ha aggiornato la sua strategia a zero emissioni.

I numeri aggiornati del clima

“… questo aggiornamento degli Indicatori del cambiamento climatico globale (IGCC) raccoglie le più recenti conoscenze scientifiche sullo stato attuale e sull’evoluzione del sistema climatico e dell’influenza umana … le informazioni correlate nel rapporto AR6 SYR (il rapporto di sintesi del sesto rapporto IPCC2 – NdT) sono basate sui dati fino alla fine del 2019 … Come nel WGIII AR6 (La parte del sesto rapporto IPCC su impatti e adattamento– NdT), in questo documento le emissioni nette di gas serra si riferiscono ai rilasci di gas serra da fonti antropiche, sottratti gli assorbimenti da pozzi antropici … Ciò include emissioni di CO2 da combustibili fossili e dall’industria (CO2-FFI); emissioni nette di CO2 derivanti dall’uso del suolo, dai cambiamenti di uso del suolo e dalla silvicoltura (CO2-LULUCF); CH4; N2O; e emissioni di gas fluorurati (F-gas) .

Emissioni globali – “Il totale delle emissioni globali di gas serra ha raggiunto 55±5.2 GtCO2e nel 2021. Le principali fonti contribuenti sono state la CO2-FFI (37±3GtCO2), CO2-LULUCF (3.9±2,8 GtCO2), CH4 (8.9±2,7 GtCO2e), N2O (2.9±1,8 GtCO2e) e le emissioni F-gas (2±0,59 GtCO2e)” .

Squilibrio energetico – “Lo squilibrio energetico della Terra fornisce una misura dell’energia aggiuntiva accumulata (riscaldamento) nel sistema climatico e quindi svolge un ruolo fondamentale nella nostra comprensione del cambiamento climatico. Rappresenta la differenza tra la forzante radiativa che agisce per riscaldare il clima e la risposta radiativa della Terra, che agisce per opporsi a questo riscaldamento … cambiamenti nel contenuto di calore globale dell’oceano, che rappresenta circa il 90% del riscaldamento globale a partire dagli anni ’70” .

Riscaldamento antropogenico – “Il riscaldamento indotto dall’uomo, noto anche come riscaldamento antropogenico, si riferisce alla componente di aumento della temperatura superficiale globale osservata in un periodo specifico (ad esempio, dal 1850 al 1900 come indicatore del clima preindustriale fino all’ultimo decennio) attribuibile agli effetti diretti e indiretti delle attività umane, che sono tipicamente raggruppati come segue: gas serra ben miscelati (costituiti da CO2, CH4, N2O e gas-F) e altre forzanti umane (costituite dall’interazione aerosol-radiazione, interazione aerosol-nube, nerofumo sulla neve, scie di condensazione, ozono, H2O stratosferico e uso del suolo)” .

Budget di carbonio rimanente – “AR5 (Il quinto rapporto dell’IPCC – NdT) ha valutato che l’aumento della temperatura superficiale globale è quasi linearmente proporzionale alla quantità totale di emissioni di CO2 cumulate. Il più recente rapporto AR6 ha riaffermato questa valutazione Questa relazione quasi lineare implica che per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un livello di temperatura specificato, è possibile stimare la quantità totale di CO2 che potrà mai essere emessa … Gli RCB (budget di carbonio rimanente – NdT) per livelli di riscaldamento di 1,5, 1,7 e 2°C vengono rivalutati sulla base dei dati disponibili più recenti. L’RCB per limitare il riscaldamento a 1,5°C sta diventando molto piccolo“ .

In figura 1 la tabella indica per ogni temperatura obiettivo (1,5, 1,7 e 2°C) il budget di carbonio rimanente per anno di riferimento (seconda colonna) e per probabilità (colonne successive). In figura sono evidenziati i due dati d’interesse maggiore, i budget di carbonio rimanenti a partire dall’inizio del 2023, per l’obiettivo 1,5°C e con probabilità 50% e 66%, che sono rispettivamente 250 e 150 GtCO2.

page4image27362944page4image27362944

Figura 1 – Budget di carbonio rimanente per 1,5 1,7 e 2°C – Tratto da Forster .

“Mentre le nazioni e le imprese elaborano politiche climatiche e intraprendono azioni significative, le ultime prove disponibili mostrano che le azioni globali non sono ancora ad una scala tale da manifestare un cambiamento sostanziale nella direzione dell’influenza umana globale sull’ambiente della Terra … le prove mostrano un continuo aumento delle emissioni cumulate di CO2, l’aumento delle emissioni di altri gas serra e miglioramenti nella qualità dell’aria a scapito della perdita dell’effetto di raffreddamento degli aerosol” .

Il primo inventario degli impegni di riduzione delle emissioni

Secondo l’Accordo di Parigi, ogni cinque anni si deve procedere a comporre un inventario degli impegni di riduzione delle emissioni, da confrontare con gli obiettivi climatici di mantenere il riscaldamento climatico sotto i 2°C o possibilmente sotto 1,5°C.
Il primo inventario si discuterà nella COP28, in programma a Dubai tra il 30 novembre e il 12 dicembre. Il documento preso in esame di seguito è il rapporto di sintesi, pubblicato a inizio settembre.

La mitigazione e le misure necessarie – “… il mondo non è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi … Ora è il momento di accelerare rapidamente l’azione e il sostegno per compiere progressi in questo decennio critico … le emissioni globali non sono in linea con i percorsi di mitigazione globale coerenti con l’obiettivo di temperatura dell’Accordo di Parigi, e c’è una finestra per maggiori ambizioni al fine di limitare il riscaldamento a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali che si restringe rapidamente … I divari nelle emissioni rappresentano la differenza tra i livelli di emissione impliciti negli NDC (gli impegni di riduzione assunti dalle nazioni – NdT) e i livelli medi di emissione dei percorsi di mitigazione globale coerenti con la limitazione del riscaldamento a 1,5 °C o 2 °C. Le lacune nell’attuazione si riferiscono alla misura in cui le politiche e le azioni attualmente in corso non riescono a raggiungere gli obiettivi fissati. Sulla base degli attuali NDC, si stima che il divario rispetto alle emissioni compatibili con la limitazione del riscaldamento a 1,5 °C nel 2030 sia pari a 20,3-23,9 Gt di CO2eq” .

“È necessario agire per aumentare sia l’ambizione di mitigazione degli NDC sia l’attuazione di misure per raggiungere i loro obiettivi … Secondo l’IPCC AR6 (il sesto rapporto dell’IPCC – NdT), le emissioni globali di gas serra devono raggiungere il picco tra il 2020 e il 2025 per limitare il riscaldamento all’obiettivo di temperatura dell’Accordo di Parigi … è necessaria molta più ambizione nell’azione e sostegno nell’attuazione di misure di mitigazione nazionali e nella definizione di obiettivi più ambiziosi negli NDC dei paesi per realizzare le opportunità esistenti ed emergenti in tutti i contesti, al fine di ridurre le emissioni globali di gas serra del 43% entro il 2030, del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019 e raggiungere lo zero netto di emissioni di CO2 entro il 2050 a livello globale … L’Accordo di Parigi prevede che i paesi sviluppati continuino ad assumere un ruolo guida con obiettivi assoluti di riduzione delle emissioni” .

“… raggiungere zero emissioni di CO2 e di gas serra richiede trasformazioni sistemiche in tutti i settori e contesti, compreso l’incremento delle energie rinnovabili e l’eliminazione graduale di tutti i combustibili fossili, la fine della deforestazione e la riduzione delle emissioni di emissioni di gas non-CO2 e attuando misure sia dal lato dell’offerta che da quello della domanda … l’elettrificazione, l’efficienza energetica e la gestione della domanda, nonché lo stoccaggio dell’energia, sono elementi importanti nei sistemi a energia netta zero. Le misure per attuare trasformazioni di sistema nell’industria, nei trasporti, nell’edilizia e in altri settori devono ridurre rapidamente le emissioni dei processi e del consumo di energia … È fondamentale arrestare e invertire la deforestazione e il degrado e migliorare le pratiche agricole per ridurre le emissioni e conservare e migliorare i pozzi di assorbimento del carbonio … Sono essenziali misure sul lato della domanda in agricolturae l’intensificazione dell’agricoltura sostenibile … Una cooperazione internazionale più efficace e iniziative credibili possono contribuire a colmare le lacune nei piani e nell’attuazione … Vanno adottati i principi di transizione giusta” .

L’adattamento – “C’è una finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro vivibile e sostenibile per tutti … la maggior parte degli sforzi di adattamento osservati sono frammentati, incrementali, settoriali e distribuiti in modo diseguale tra le regioni … passare rapidamente dalla comprensione dei rischi a un’azione e un sostegno di adattamento più ambiziosi ed efficaci … mettere in atto riforme durature e a lungo termine che integrino i rischi del cambiamento climatico in tutti gli aspetti della pianificazione, del processo decisionale e dell’attuazione … Le buone pratiche sono ben documentate in un’ampia gamma di settori e temi, affrontano molti rischi e sono disponibili per aiutare a guidare l’azione di adattamento … Gli impatti aumenteranno per ogni frazione di grado di riscaldamento globale … Alcuni impatti saranno irreversibili se le temperature aumenteranno oltre 1,5°C. È necessaria una maggiore comprensione su come evitare e rispondere ai punti critici” .

L’implementazione e la finanza – “L’Accordo di Parigi riconosce la finanza, la tecnologia e il rafforzamento delle capacità … Per aumentare le ambizioni climatiche è necessario anche trasformare il sistema finanziario internazionale … una maggiore mobilitazione del sostegno all’azione per il clima nei paesi in via di sviluppo implica l’impiego strategico della finanza pubblica internazionale, che rimane un fattore chiave per l’azione … Per soddisfare le esigenze urgenti è necessario aumentare rapidamente la mobilitazione del sostegnoall’azione per il clima nei paesi in via di sviluppo … Le banche multilaterali di sviluppo e altre istituzioni finanziarie internazionali hanno il potenziale per evolvere e rafforzare i loro ruoli, mitigare i rischi finanziari, ridurre i costi di investimento, migliorare l’accesso ai finanziamenti e affrontare la sostenibilità del debito … creare opportunità per sbloccare trilioni di dollari e spostare gli investimenti verso l’azione per il clima su vasta scala … Flussi finanziari significativi continuano ad essere indirizzati, anche attraverso sussidi, verso investimenti in attività ad alte emissioni e infrastrutture prive di resilienza. Lo spostamento di questi flussi è fondamentale per compiere progressi rapidi e duraturi verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi … Una cooperazione internazionale più efficace e strategica sullo sviluppo, il trasferimento e l’innovazione della tecnologia consentirebbero trasformazioni rapide dei sistemi in linea con il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi … La riduzione dei costi e un maggiore accesso ai finanziamenti per alcune tecnologie chiave dovrebbero consentire una maggiore diffusione in tutte le aree geografiche, in particolare nei paesi in via di sviluppo … il rafforzamento delle capacità è fondamentale per realizzare un’azione climatica ampia e duratura e richiede un’efficace cooperazione guidata dai paesi e basata sui bisogni per garantire che le capacità siano rafforzate e mantenute nel tempo a tutti i livelli …Le capacità, comprese le capacità umane e istituzionali qualificate, devono essere mantenute nel tempo” .

Si può ancora rimanere entro 1,5°C di riscaldamento globale

Il quadro d’insieme – “Nel 2021, IEA ha pubblicato il suo storico rapporto Net Zero entro il 2050: una tabella di marcia per il settore energetico globale. Da allora, il settore energetico ha visto grandi cambiamenti. Sulla base dei dati più recenti su tecnologie, mercati e politiche, il presente rapporto presenta una versione aggiornata dello scenario Net Zero Emissions entro il 2050 (NZE); un percorso, ma non l’unico, per il settore energetico per raggiungere l’azzeramento netto delle emissioni di CO2 e di gas serra entro il 2050 … Agosto 2023 è stato di gran lunga il mese più caldo mai registrato e il mese più caldo di sempre dopo luglio 2023 … Le emissioni di anidride carbonica globale (CO2) del settore energetico hanno raggiunto il nuovo record di 37 miliardi di tonnellate (Gt) nel 2022, 1% oltre il livello pre-pandemia, ma sono destinate a raggiungere il picco in questo decennio … l’IEA ora prevede che la domanda di carbone, petrolio e gas naturale raggiungerà il picco in questo decennio, anche senza nuove politiche climatiche … Gli sviluppi positivi negli ultimi due anni includono installazioni solari fotovoltaiche e le vendite di auto elettriche … Se pienamente attuate, le espansioni della capacità produttiva attualmente annunciate per il solare fotovoltaico e le batterie sarebbero sufficienti a soddisfare la domanda entro il 2030 in questo aggiornamento dello scenario NZE” .

Gli strumenti per procedere più velocemente – “L’incremento delle energie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di metano e l’aumento dell’elettrificazione con le tecnologie oggi disponibili garantiscono oltre l’80% delle riduzioni delle emissioni necessarie entro il 2030 … L’incremento dell’energia pulita è il fattore principale per un calo della domanda di combustibili fossili di oltre il 25% in questo decennio nello scenario NZE. Ma politiche ben progettate, come la dismissione anticipata o la riconversione delle centrali elettriche a carbone, sono fondamentali per facilitare il calo della domanda di combustibili fossili … Nello scenario NZE, la forte crescita dell’energia pulita e altre misure politiche insieme portano le emissioni di CO2 del settore energetico ad un calo del 35% entro il 2030 rispetto al 2022” .

Rinnovabili ed efficienza – “Triplicare la capacità globale installata di energie rinnovabili fino a 11.000 gigawatt garantisce la maggiore riduzione delle emissioni fino al 2030 nello scenario NZE … sono necessarie politiche più forti e sostegno internazionale in altri mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Per tutti i paesi, sono fondamentali l’accelerazione delle autorizzazioni, l’estensione e la modernizzazione delle reti elettriche, la risoluzione dei colli di bottiglia della catena di approvvigionamento e l’integrazione sicura delle energie rinnovabili variabili” .

“Raddoppiare il tasso annuo di miglioramento dell’intensità energetica entro il 2030 nello scenario NZE consente di risparmiare l’equivalente energetico di tutto il consumo di petrolio nel trasporto stradale odierno … tre azioni ugualmente importanti: migliorare l’efficienza tecnica di apparecchiature come motori elettrici e condizionatori d’aria; il passaggio a combustibili più efficienti, in particolare elettricità, e soluzioni di cucina pulita nei paesi a basso reddito; e utilizzare l’energia e i materiali in modo più efficiente” .

Accelerare l’elettrificazione – “Tecnologie in forte espansione come i veicoli elettrici e le pompe di calore guidano l’elettrificazione in tutto il sistema energetico, fornendo quasi un quinto delle riduzioni delle emissioni fino al 2030 nello scenario NZE … La recente crescita colloca le vendite di auto elettriche sulla buona strada per rappresentare i due terzi delle vendite di auto nuove entro il 2030 … Le vendite di pompe di calore sono aumentate dell’11% a livello globale nel 2022 e molti mercati, in particolare nell’Unione Europea, stanno già superando il tasso di crescita annuale di circa il 20% necessario fino al 2030 nello scenario NZE. La Cina rimane il più grande mercato mondiale per le pompe di calore … Ridurre le emissioni di metano dal settore energetico del 75% entro il 2030 è una delle opportunità a minor costo per limitare il riscaldamento globale nel breve termine … I progressi sono stati rapidi: ad esempio, la prima commercializzazione di batterie agli ioni di sodio è stata annunciata per il 2023” .

Fare di più – “Oggi gran parte dello slancio è rivolto alle piccole tecnologie modulari di energia pulita come il solare fotovoltaico e le batterie, ma queste da sole non sono sufficienti per garantire emissioni nette pari a zero. Serviranno inoltre: grandi reti infrastrutturali nuove, più intelligenti e riqualificate … Le reti di trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica dovranno espandersi di circa 2 milioni di chilometri ogni anno fino al 2030 … La cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS), l’idrogeno e i combustibili a base di idrogeno e la bioenergia sostenibile sono fondamentali per raggiungere emissioni nette pari a zero … Il mondo è in linea con l’investire la cifra record di 1,8 trilioni di dollari in energia pulita nel 2023: per essere in linea con il nostro percorso, questa cifra dovrà salire a circa 4,5 trilioni di dollari l’anno entro l’inizio degli anni ‘30. Gli investimenti nell’energia pulita vengono ripagati nel tempo attraverso la riduzione delle bollette del carburante” .

Stop agli investimenti nei fossili – “Nello scenario NZE non sono necessari nuovi progetti upstream di petrolio e gas a lungo termine, né lo sono nuove miniere di carbone, ampliamenti di miniere o nuovi impianti di carbone senza abbattimento .

Dove migliorare – “È necessario prestare particolare attenzione a colmare l’incombente divario tra domanda e offerta di minerali critici … Nuovi progetti, tecniche di estrazione innovative, maggiore riciclaggio e una progettazione efficiente dei materiali possono aiutare a colmare questo divario … l’estrazione e la raffinazione di minerali critici sono altamente concentrate … L’enorme crescente necessità di flessibilità del sistema elettrico richiede una massiccia crescita dello stoccaggio dell’energia delle batterie e della risposta alla domanda; reti di trasmissione e distribuzione ampliate, modernizzate e sicure dal punto di vista informatico … i decisori politici devono sostenere le famiglie, in particolare quelle a basso reddito, per far fronte ai costi iniziali, spesso elevati, delle tecnologie energetiche pulite” .

“Nello scenario NZE, le economie avanzate assumono un ruolo guida e azzerano le emissioni nette entro il 2045 circa … tutti devono agire in modo molto più deciso di quanto non facciano oggi … La rimozione del carbonio dall’atmosfera è costosa e incerta. Dobbiamo fare tutto il possibile per non metterla tra le priorità … Lo slancio proviene non solo dalla spinta a raggiungere gli obiettivi climatici, ma anche dalle ragioni economiche sempre più forti a favore dell’energia pulita, dagli imperativi di sicurezza energetica e dai posti di lavoro e dalle opportunità industriali che accompagnano la nuova economia energetica”

STABILITÀ E CONFINI PLANETARI

Il modello dei confini planetari è una delle rappresentazioni quantitative dello stato complessivo del pianeta più utilizzate e discusse nella comunità scientifica. Si vedano in proposito l’articolo sulla sostenibilità ambientale e sociale di questo numero e quello sull’estensione del modello a parametri di natura sociale.

A settembre ’23 è stato pubblicato sulla rivista Science Advances un lavoro a cura di Katherine Richardson e altri , che aggiorna lo stato dei confini planetari dopo la prima pubblicazione del 2009 da parte di Rockström e altri e l’aggiornamento di Steffen e altri. Il dato sintetico, dichiarato già nel titolo, è che sei dei nove confini sono oltre il limite di sicurezza, configurando una situazione di rischio per la stabilità delle condizioni del pianeta.

Il modello dei confini planetari, obiettivi e caratteristiche – “Il modello mira a delineare e quantificare i livelli di perturbazione antropica che, se rispettati, permetterebbero alla Terra di rimanere in uno stato interglaciale ‘simile all’Olocene’ … Questo periodo dell’Olocene, iniziato con la fine dell’ultima era glaciale e durante il quale si sono sviluppate l’agricoltura e le civiltà moderne, è stato caratterizzato da condizioni planetarie relativamente stabili e calde … Il modello dei confini planetari colloca i sistemi e i processi biofisici e biochimici noti di regolazione dello stato del pianeta entro intervalli storicamente noti e scientificamente idonei a mantenere la stabilità del sistema Terra e i sistemi di supporto vitale favorevoli al benessere umano e allo sviluppo sociale sperimentato durante il periodo Olocene … Lo stato del sistema Terra è cambiato in risposta alle forzanti generate da perturbazioni esterne (ad esempio, input di energia solare e attacchi di meteoriti) o processi interni alla geosfera (ad esempio, tettonica a placche e vulcanesimo) o biosfera (ad esempio, evoluzione della fotosintesi e crescita delle piante vascolari) … Oggi, le attività umane con effetti su scala planetaria agiscono come ulteriore forzante sul sistema Terra … Il quadro dei confini planetari formula limiti all’impatto dell’antroposfera sul sistema Terra identificando un sistema operativo sicuro scientificamente fondato” .

“Lo stato della Terra nell’Olocene è il riferimento in questo contesto, poiché molti dei componenti del modello dei confini planetari erano piuttosto stabili durante questo periodo. Questo è anche l’unico stato del sistema Terra che le civiltà hanno storicamente conosciuto … la temperatura superficiale media globale varia solo di ±0,5°C dal Neolitico [~9000 prima del presente] fino alla Rivoluzione Industriale … Tutti i confini individuali del modello adottano quindi le condizioni preindustriali dell’Olocene come riferimento per valutare l’entità delle deviazioni antropogeniche” .

I componenti del modello – “I confini … sono posizionati ad un livello in cui le prove disponibili suggeriscono che un’ulteriore perturbazione del processo individuale potrebbe portare a un cambiamento planetario sistemico, alterando e riconfigurando radicalmente le dinamiche spazio-temporali delle interazioni geosfera-biosfera e i loro feedback … i confini del cambiamento climatico e dell’integrità della biosfera si trovano in una zona caratterizzata da rischi in rapido aumento e collegati sistemicamente. Ciò rafforza la logica alla basedell’utilizzo del principio di precauzione per fissare i confini planetari all’estremità inferiore della zona di rischio crescente” .

“L’obiettivo di 1,5°C è un obiettivo che la scienza dimostra sempre più essere associato a un rischio sostanziale di innescare grandi cambiamenti irreversibili né il superamento di punti critici può essere escluso anche con aumenti di temperatura minori. Riconoscendo la riserva di resilienza del sistema Terra, la maggior parte dei confini sono tuttavia fissati a valori superiori al loro intervallo osservato dall’Olocene fino alla Rivoluzione Industriale (per la CO2≈280 ppm) … manca ancora una teoria completa e integrata, supportata da osservazioni e studi di modellizzazione, in grado di identificare quando potrebbe verificarsi una transizione da un livello di rischio crescente a uno con rischi molto elevati e pericolosi di perdere uno stato del sistema Terra simile all’Olocene … Quantificare le interazioni tra i confini rimane una sfida importante … una trasgressione aggiuntiva o più estesa di un confine planetario può modificare i gradienti di rischio per altri confini” .

Il confine dell’integrità della biosfera – “Il funzionamento planetario della biosfera si basa in ultima analisi sulla sua diversità genetica, ereditata dalla selezione naturale non solo durante la sua storia dinamica di coevoluzione con la geosfera, ma anche sul suo ruolo funzionale nella regolazione dello stato del sistema Terra. La diversità genetica e la funzione complessiva sul pianeta, ciascuna misurata attraverso adeguati proxy, sono quindi le due dimensioni che costituiscono la base di un confine planetario per l’integrità della biosfera. Come applicato qui, ‘integrità’ non implica un’assenza di cambiamento della biosfera ma, piuttosto, un cambiamento che preservi il carattere dinamico e adattivo complessivo della

biosfera …l’attuale tasso di estinzione delle specie si stima sia almeno da decine a centinaia

di volte superiore al tasso medio negli ultimi 10 milioni di anni e sta accelerando … Pertanto,

la componente genetica del confine di integrità della biosfera viene notevolmente superata” .

“Pertanto ora sostituiamo la metrica precedentemente utilizzata con un proxy calcolabile per l’energia fotosintetica e il flusso di materiali nella biosfera, cioè la produzione primaria netta (NPP), e definiamo la componente funzionale del confine di integrità della biosfera come limite all’appropriazione umana della NPP della biosfera (HANPP) espressa in frazione della NPP dell’Olocene. La produzione primaria netta NPP è fondamentale sia per gli ecosistemi che per le società umane, poiché ne supporta il mantenimento, la riproduzione, la differenziazione, le comunicazioni e la crescita … Il proxy integra le dimensioni dell’integritàdella biosfera basate sulla diversità, coperte dalla componente genetica, che coglie l’importanza della variabilità negli organismi viventi per il funzionamento degli ecosistemi” .

“L’appropriazione umana della produzione primaria netta, HANPP, designa sia lo sfruttamento che l’eliminazione o l’alterazione (soprattutto la riduzione) di NPP, principalmente attraverso l’agricoltura, la selvicoltura e il pascolo … Poiché la NPP è la base per il flusso di energia e materiali che sostiene il funzionamento della biosfera, riteniamo che l’attuale impatto su scala planetaria dell’HANPP si rifletta nell’osservazione che i principali indicatori dello stato della biosfera mostrano un calo ampio e preoccupante negli ultimi decenni. Ciò suggerisce che l’attuale HANPP è ben oltre un limite planetario precauzionale volto a salvaguardare l’integrità funzionale della biosfera e probabilmente si trova già nella zona ad alto rischio. Pertanto, abbiamo provvisoriamente fissato la componente funzionale del confine planetario dell’integrità della biosfera nell’appropriazione umana del 10% della NPP media dell’Olocene preindustriale, spostandoci nella zona ad alto rischio al 20%” .

Il confine del cambiamento climatico – “Le variabili di controllo nel modello sono le medie annuali della concentrazione della CO2 atmosferica e le variazioni della forzante radiativa. Il confine planetario per la concentrazione della CO2 atmosferica è fissato a 350 ppm e per la forzante radiativa a 1 W/m . Attualmente, la forzante radiativa effettiva di origine antropica totale stimata è di 2,91 W/m2 e la concentrazione della CO2 atmosferica è 417ppm, cioè largamente al di fuori dello spazio operativo sicuro su entrambe le misure rispetto all’ultimo aggiornamento” .

Il confine delle nuove entità – “La definizione di questo confine è ora limitata alle introduzioni antropiche veramente nuove nel sistema Terra. Queste comprendono sostanze chimiche e sostanze sintetiche (ad esempio, microplastiche, interferenti endocrini e inquinanti organici); materiali radioattivi mobilitati dall’uomo, compresi i rifiuti nucleari e le armi nucleari; e la modificazione umana dell’evoluzione, gli organismi geneticamente modificati e altri interventi umani diretti nei processi evolutivi … La struttura dei confini planetari riguarda solo la stabilità e la resilienza del sistema Terra, non la salute umana o dell’ecosistema. Pertanto, rimane una sfida scientifica valutare quanto carico di nuove entità il sistema Terra tollera prima di spostarsi irreversibilmente in uno stato potenzialmente meno abitabile. Centinaia di migliaia di sostanze chimiche sintetiche vengono ora prodotte e rilasciate nell’ambiente. Per molte sostanze gli effetti potenzialmente ampi e persistenti derivanti dalla loro introduzione sui processi del sistema Terra, in particolare sull’integrità funzionale della biosfera, non sono ben noti e il loro utilizzo non è ben regolamentato Per questa classe di nuove entità, quindi, l’unico spazio operativo veramente sicuro in grado di garantire il mantenimento di condizioni simili all’Olocene è quello in cui queste entità siano assenti a meno che i loro potenziali impatti rispetto al sistema Terra non siano stati attentamente valutati” .

“Qui adottiamo questa metrica. Il limite planetario viene quindi fissato al rilascio nel sistema terrestre dello 0% di materiali sintetici non testati … questo approccio presenta dei punti deboli: la disponibilità dei dati è incompleta; gli studi sulla sicurezza spesso si concentrano su una tossicità ben definita e non catturano gli ‘effetti cocktail’ delle miscele chimiche nell’ambiente né i loro effetti in condizioni specifiche … per le sostanze chimiche attualmente registrate ai sensi del regolamento UE sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche (REACH) (un piccolo sottoinsieme dell’universo chimico), circa l’80% di queste sostanze chimiche è in uso da almeno 10 anni senza ancora essere stato sottoposto a una valutazione di sicurezza … Con una percentuale così enorme di sostanze chimiche non testate rilasciate nell’ambiente, un nuovo confine di entità definito in questo modo viene chiaramente violato” .

Il confine dell’esaurimento dell’ozono troposferico – “La perturbazione umana dello strato dell’ozono stratosferico è diminuita e ora rientra nello spazio operativo sicuro. Il limite per l’esaurimento dell’ozono viene attualmente superato solo nell’Antartico e nelle alte latitudini meridionali e solo nei 3 mesi della primavera australe” .

Il ricambio di acqua dolce – “Qui utilizziamo il flusso come proxy per rappresentare l’acqua blu (superficiale e sotterranea) e l’umidità del suolo nella zona radicale per rappresentare l’acqua verde (acqua disponibile per le piante) … La nuova componente ‘acqua verde’ tiene conto direttamente della regolazione idrologica degli ecosistemi terrestri, del clima e dei processi biogeochimici, mentre la componente delle acque blu tiene conto della regolamentazione dei fiumi e dell’integrità dell’ecosistema acquatico … Sia per le variabili di controllo dell’acqua blu che per quelle verdi, i confini sono fissati al 95° percentile della variabilità preindustriale … Partiamo dal presupposto che le condizioni preindustriali siano rappresentative delle condizioni dell’Olocene a lungo termine e che una notevole deviazione da questo stato metta a rischio le funzioni del sistema terrestre di acqua dolce … questo nuovo approccio indica una sostanziale trasgressione del limite di ricambio dell’acqua dolce” . Il confine dell’aerosol atmosferico – “Gli aerosol hanno molteplici effetti fisici, biogeochimici e biologici nel sistema Terra, motivo della loro inclusione come confine planetario … La quantificazione del confine planetario del carico di aerosol è ostacolata dalle loro molteplici fonti naturali e causate dall’uomo, dalle differenze nella composizione chimica, dalla stagionalità e dalla durata atmosferica e dalla conseguente grande eterogeneità spaziale e temporale nella distribuzione e negli impatti climatici ed ecologici degli aerosol. Tuttavia, la profondità ottica dell’aerosol (AOD) fornisce una variabile di controllo generica per il carico di aerosol. L’AOD è una misura integrata della riduzione complessiva della luce solare che raggiunge la superficie terrestre causata da tutto l’assorbimento e la diffusione nella colonna d’aria verticale … L’AOD medio globale attualmente è 0,14, con livelli molto più elevati in alcune regioni e con gradienti molto forti dalla terra all’oceano aperto … Il valore medio annuo preindustriale è stimato pari a ~0,03, sulla base di analisi multimodello … È necessaria una migliore comprensione sistemica e quantitativa degli effetti idroclimatici, ecologici e biogeochimici della forzatura asimmetrica dell’aerosol per affinare il limite di carico dell’aerosol” .

Il confine dell’acidificazione degli oceani – “La variabile di controllo utilizzata è la concentrazione di ioni carbonato nell’acqua di mare superficiale (in particolare, Ωmedia, lo stato medio di saturazione globale della superficie dell’oceano rispetto all’aragonite). Si mantiene la quantificazione del confine originale, ≥80% di Ωmedia globale medio preindustriale di 3,44. Una stima recente fissa l’attuale Ωmedia a ~2,8, circa l’81% del valore preindustriale. Pertanto, l’acidificazione degli oceani di origine antropica si trova attualmente ai margini dello spazio operativo sicuro e la tendenza sta peggiorando man mano che le emissioni di CO2 di origine antropica continuano ad aumentare” .

Il confine del cambio d’uso del suolo – “Questo confine si concentra sui tre principali biomi forestali che a livello globale svolgono il ruolo più importante nel guidare i processi biogeofisici (2), cioè tropicale, temperato e boreale. La variabile di controllo rimane la stessa:la copertura forestale rimanente rispetto all’area potenziale di foresta nell’Olocene (2). Le posizioni limite rimangono all’85%/50%/85% per le foreste boreali/temperate/tropicali … non vi sono dubbi sul fatto che la superficie forestale globale continui a diminuire” .

Il confine dei flussi biogeochimici – “I flussi biogeochimici riflettono la perturbazione antropogenica dei cicli globali degli elementi. Attualmente, il quadro considera l’azoto (N) e il fosforo (P) poiché costituiscono gli elementi fondamentali della vita e i loro cicli globali sono stati notevolmente alterati dall’agricoltura e dall’industria … Il confine globale per P è un flusso sostenuto di 11 Tg di P/anno dall’acqua dolce all’oceano, per evitare un’anossia su larga scala … i flussi di P dalle acque dolci verso il mare sono stimati in circa 22 Tg di P/anno … vengono superati sia i confini globali che quelli regionali per P. Il limite planetario per N è il tasso di applicazione al sistema agricolo di N, fissato artificialmente, di 62 Tg di N/anno. Attualmente, l’applicazione di fertilizzanti a base di azoto fissati industrialmente è di 112 Tg di azoto all’anno. La quantificazione della fissazione biologica dell’azoto di origine antropica in relazione all’agricoltura è altamente incerta, ma le stime più recenti sono comprese tra circa 30 e 70 Tg di N all’anno … l’introduzione totale di N fissato dall’uomo applicato al sistema agricolo è di ~ 190 Tg all’anno, quindi anche questo confine viene oltrepassato globalmente” .

Le conclusioni del lavoro di Richardson e altri – “Per illustrare l’importanza di considerare i molteplici impatti antropici sull’ambiente globale in un contesto sistemico piuttosto che individualmente, esaminiamo come diversi gradi di trasgressione dei confini del cambiamento climatico e del sistema terrestre si combinano per influenzare due codeterminanti dello stato del sistema Terra: la temperatura e lo stoccaggio del carbonio …Circa 450 Gt di C sono legati al biota terrestre, principalmente alle piante, mentre solo ~6 Gt di C si trovano nel biota oceanico .

“Gli aggiornamenti e le analisi scientifiche qui presentate confermano che oggi l’umanità sta esercitando una pressione senza precedenti sul sistema Terra … Oltre a una raccolta e un confronto più coerenti di dati ambientali globali pertinenti, ciò richiederà lo sviluppo di modelli del sistema Terra che catturino in modo più completo le interazioni geosfera-biosfera- antroposfera rispetto a quanto avviene oggi … Affrontare con successo il cambiamento climatico di origine antropica richiederà la considerazione delle interazioni biosfera-geosfera interne al sistema Terra. I risultati del nostro modello dimostrano che uno dei mezzi più potenti che l’umanità ha a disposizione per combattere il cambiamento climatico è il rispetto dei confini del cambiamento dell’uso del suolo. Riportare la copertura forestale globale totale ai livelli della fine del XX secolo fornirebbe un sostanziale bacino cumulativo per la CO2 atmosferica nel 2100.

Questa riforestazione sembra tuttavia improbabile, data l’attuale attenzione alla biomassa come sostituto dei combustibili fossili e alla creazione di emissioni negative di CO2 attraverso la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio. Entrambe le attività stanno già contribuendo ad aumentare la pressione sull’area forestale rimanente della Terra. Tuttavia, il nostro studio indica che il mancato rispetto del confine planetario legato al cambiamento d’uso del suolo può mettere a repentaglio gli sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici globali adottati nell’accordo di Parigi. Nel frattempo, questo aggiornamento del modello dei confini planetari può servire come un rinnovato campanello d’allarme per l’umanità sul fatto che la Terra corre il pericolo di abbandonare il suo stato simile all’Olocene” .

I (MANCATI) PROGRESSI DEGLI OBIETTIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Il rapporto di Earth4all – “Il rapporto Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) per tutti fornisce ai decisori politici soluzioni progettate per accelerare l’implementazione degli SDG e per rispondere all’emergenza planetaria … Con il nostro nuovo rapporto SDGs for All, esaminiamo i progressi degli SDG alla luce delle cinque straordinarie svolte di Earth4All – povertà, disuguaglianza, empowerment, cibo ed energia – e rispetto agli scenari che sono al centro del modello Earth4All”.

Il modello di Earth4all – “Il rapporto ‘Obiettivi di sviluppo sostenibile per tutti’ applica l’esclusivo modello di dinamica del sistema Earth4All, gli scenari futuri e i percorsi consigliati per il cambiamento, che sono stati sviluppati per il libro del 2022 ‘Terra per tutti’
condotto un ampio esercizio di modellazione dinamica del sistema e poi abbiamo garantito adeguati stress test da parte della Earth4All Transformational Economics Commission (composta da pensatori economici e scienziati di tutto il mondo) … La conclusione centrale, estremamente pertinente per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, è che il benessere per tutti può essere raggiunto rispettando i confini del pianeta, ma solo se vengono attuate contemporaneamente cinque riforme straordinarie per povertà, disuguaglianza, empowerment, cibo ed energia.
Trasformare e accelerare lo sviluppo umano nei paesi a basso reddito riformando il sistema finanziario e commerciale internazionale.
Trasformare la distribuzione della ricchezza garantendo che il 10% più ricco non abbia più del 40% del reddito nazionale.
Trasformare gli squilibri di potere di genere: emancipare le donne e investire nell’istruzione per tutti.
Trasformare l’agricoltura: il sistema alimentare deve diventare rigenerativo e positivo per la natura.
Trasformare i sistemi energetici per dimezzare le emissioni di gas serra ogni decennio.
… L’applicazione di queste cinque straordinarie inversioni di rotta richiederà ai governi di adottare misure senza precedenti per trasformare le economie … Richiederà inoltre una massiccia accelerazione nella portata e nella velocità del cambiamento trasformativo … In questo rapporto abbiamo raggruppato i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attorno alle cinque inversioni di rotta straordinarie”.

Le conclusioni: invertire la povertà – “Utilizzando l’indicatore della ‘popolazione che vive con meno di 6,85 dollari al giorno’ … Nello scenario Too Little Too Late, quasi il 20% della popolazione mondiale continuerà a vivere in povertà entro il 2050. Nello scenario Giant Leap, questa cifra scende drasticamente al 6,7%. Ciò si traduce in 1 miliardo di persone in meno in povertà entro il 2050”.

Le conclusioni: si raggiunge il benessere per tutti – “Misuriamo il benessere con l’indice medio di benessere di Earth4All, che si basa su dignità, salute naturale, forza delle istituzioni, equità, uguaglianza e partecipazione dei cittadini. Con lo scenario Too Little Too Late, il benessere scende ben al di sotto dei livelli del 2015 … La buona notizia è che, nello

scenario del Salto da Gigante, il benessere raggiungerà i massimi storici entro il 2050,

superando di gran lunga i livelli più alti raggiunti nella storia recente, prima del crollo

finanziario del 2008”.

Le conclusioni: la diseguaglianza di reddito si riduce in misura consistente – “L’indicatore da noi scelto relativo al rapporto tra redditi dei proprietari e redditi dei lavoratori è particolarmente rilevante perché, per la prima volta in questo secolo, la crescita dei salari reali globali è diventata negativa, il che significa che non riesce a tenere il passo con l’inflazione … Nel 2021, gli amministratori delegati sono stati pagati 399 volte di più di un lavoratore medio. Nel nostro scenario Too Little Too Late, la disuguaglianza dei redditi aumenta, con i proprietari che percepiscono il 75% dei redditi e i lavoratori solo il 25% entro il 2050. Con il Grande Salto raggiungiamo la parità con proprietari e lavoratori che percepiscono ciascuno il 50% dei redditi entro il 2050”.

Le conclusioni: l’intensità della CO2 scende a livelli neqativi – “Lo scenario Giant Leap dimostra il miglioramento maggiore, con l’intensità di CO2 dell’economia in rapido calo entro il 2040”.

Le conclusioni: le emissioni pro-capite declinano rapidamente nello scenario Giant Leap – “Entro il 2050, il Giant Leap consentirà di ridurre le emissioni pro capite a 0,58 tonnellate di carbonio, ovvero un totale di 5 miliardi tonnellate di carbonio a livello globale. Ciò è in netto contrasto con lo scenario Too Little Too Late, che si traduce in 16,7 miliardi di tonnellate di carbonio emesse a livello globale nel 2050”.

Si inverte l’aumento costante dell’uso dei fertilizzanti – “La produzione globale e l’uso di fertilizzanti azotati per la produzione alimentare rappresenta circa il 5% delle emissioni di gas serra … Nello scenario Giant Leap, il declino globale dell’uso di fertilizzanti continua la sua rapida tendenza al ribasso. Rispetto ai livelli del 2019 di 2.700, scende verso il 2050 a 25 milioni di tonnellate all’anno, cioè un quarto della quantità di fertilizzanti usati nello scenario Too Little Too Late”.

Aumenta molto la spesa pubblica pro capite – “Gli investimenti pubblici nelle infrastrutture pubbliche, nella sanità, nell’istruzione, nell’elettricità e in altri servizi di base sono direttamente rilevanti per l’obiettivo di promuovere società pacifiche, giuste e inclusive. Nello scenario Giant Leap, la spesa per i servizi pubblici tende a crescere in modo significativo. Rispetto ai livelli del 2019 di 2.700 dollari pro capite, entro il 2050 la spesa pubblica aumenterà fino a 6.000 dollari pro capite all’anno … Il Giant Leap è in netto contrasto con lo scenario Too Little Too Late, in cui la spesa per servizi pubblici pro capite all’anno aumenta solo fino a 4.800 dollari entro il 2050. A titolo di confronto, l’India spende quasi 1.800 dollari pro capite, in netto contrasto con la Norvegia, che spende oltre $ 30.000 pro capite” .

Le svolte politiche necessarie – “Lo scenario Giant Leap per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile può essere conseguito solo se agiamo simultaneamente su tutte e cinque le inversioni di rotta … Se vogliamo sostenere l’umanità con la possibilità di lottare per far fronte ai probabili shock e stress futuri e per ridurre il rischio di superare punti critici, dobbiamo intraprendere urgentemente una trasformazione radicale. Ciò comporta ilpassaggio dall’economia estrattiva di oggi, dominata dalla crescita del PIL, verso economie del benessere che attribuiscono valore alle persone, al pianeta e alla prosperità … Di seguito identifichiamo gli interventi politici più importanti che sono ulteriormente elaborati nel rapporto.

  • Sono essenziali nuovi rilevanti investimenti da accompagnare con massicci aumenti della spesa pubblica, insieme a una maggiore tassazione sugli individui molto ricchi e sulle società private.
  • Abbiamo bisogno di una riforma fondamentale del processo del Fondo Monetario Internazionale per l’assegnazione dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per garantire che raggiungano i paesi che ne hanno più bisogno …
  • I governi devono anche invertire rapidamente la costante erosione dei diritti dei lavoratori e implementare nuove reti di sicurezza come il dividendo di base universale,
  • I governi devono aumentare massicciamente gli investimenti nelle donne e nelle ragazze per invertire l’enorme calo in termini di reddito, sicurezza, istruzione e salute …
  • Si devono trasformare radicalmente i sistemi alimentari globali a partire dal riutilizzo dei sussidi agricoli per sostenere pratiche agricole rigenerative e a basse emissioni di carbonio, per migliorare l’efficienza e la sostenibilità della produzione alimentare …
  • I sistemi energetici globali devono abbandonare i sistemi energetici fossili inefficienti … Ciò comporterà un’accelerazione globale nell’eliminazione dell’energia fossile e il riutilizzo dei sussidi all’energia fossile per garantire una transizione giusta …Lo scenario Giant Leap riduce significativamente questo rischio, ma non lo elimina … Raccomandiamo sia di dichiarare che di adottare chiari piani di emergenza planetaria che integrino le cinque inversioni di rotta straordinarie e di attuare le raccomandazioni politiche contenute in questo rapporto”.

Ma resta qualche problema – “Il divario di genere è in ritardo di 230 anni … Nello scenario Giant Leap, si prevede solo un miglioramento marginale del 42% entro il 2050, e solo un ulteriore aumento del 4% entro il 2100. Ai ritmi attuali, ci vorrebbero circa 257 anni per ridurre il divario di genere complessivo, il che significa che siamo 230 anni di ritardo rispetto al programma” .

“In nessuno dei due scenari si raggiungeranno gli obiettivi climatici … Anche con massicce riduzioni delle emissioni, il riscaldamento globale è sulla buona strada per raggiungere 1,5°C all’inizio degli anni ’30 … abbiamo bisogno che i governi aumentino i loro livelli di ambizione alla COP28 dell’UNFCCC e accettino di:

  • Accelerare la transizione globale verso l’energia pulita e la decarbonizzazione accelerando l’eliminazione dell’energia fossile e il riutilizzo dei sussidi ai fossili;
  • sostenere le comunità vulnerabili affinché si adattino;
  • trasformare la finanza climatica per sostenere le comunità vulnerabili nella ricostruzione dopo i disastri legati al clima”.

DISCUSSIONE

I cinque lavori qui ripresi colgono un’istantanea aggiornata dello stato del nostro pianeta e degli sforzi in corso e desiderabili per evitare che le crisi precipitino.
Il clima è la minaccia più evidente e misurabile, e tuttora pendente dato che le emissioni non hanno ancora raggiunto il picco e il budget di carbonio per centrare l’obiettivo 1,5°C potrebbe essere consumato in pochi anni.

A fronte del peggioramento dei parametri climatici, le curve che descrivono le azioni possibili, quella delle emissioni-obiettivo, e quelle degli impegni di riduzione dichiarati e delle politiche realmente attuate, sono troppo distanti tra loro segnalando uno scarto tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che si fa.

Anche prendendo per buoni gli impegni, e non le politiche adottate, la distanza con gli obiettivi è di 20/23 GtCO2eq, una distanza che si dovrebbe colmare da qui al 2030. Servirebbe una rincorsa tra impegni e obiettivi e politiche ed impegni, che ancora non si vede.

E se la mitigazione piange, l’adattamento, cioè le azioni per far fronte alle conseguenze inevitabili, non ride.
Le azioni sono ben note, scritte in ogni rapporto sul clima, e poggiano su una condizione, la capacità di finanziarle, che oggi si scontra con le risorse ancora destinate ai fossili e che trascura le esigenze dei paesi in sviluppo.

Se il quadro è sconfortante, IEA ci ricorda che gli obiettivi sono ancora raggiungibili, e mette in luce tendenze positive quali le vendite di auto elettriche e pompe di calore, e la crescita delle rinnovabili. IEA ribadisce però quanto già indicato nel rapporto del 2021: se vogliamo avere speranza di rispettare gli obiettivi climatici non si devono realizzare nuove infrastrutture per i fossili

page18image27354880

Figura 2 – Stato attuale delle variabili di controllo per tutti e nove i confini planetari Tratto da Richardson.

Se allarghiamo lo sguardo oltre il clima, l’orizzonte si fa di nuovo cupo. Dei nove confini planetari solo tre (ozono troposferico, aerosol e acidificazione degli oceani) sono entro le soglie di sicurezza, mentre 6 (clima, integrità della biosfera, cambio d’uso del suolo, acqua dolce, flussi biogeochimici e nuove entità) sono oltre il valore di sicurezza della variabile di controllo, come si può riscontrare anche da figura 2, che mostra in verde lo spazio operativo sicuro, e in una gradazione dal giallo al marrone la zona di rischio crescente oltre la soglia di sicurezza.

Questa valutazione, ricordiamolo, tiene conto della trasgressione dei singoli processi biofisici, non delle possibili interazioni tra essi, mancando ad oggi conoscenze e modelli.
Il rapporto di Earth4All più che valutare progressi e ritardi nel conseguimento dell’Agenda2030, elabora due scenari, uno sostanzialmente inerziale e conservativo, Too Little Too Late, l’altro trasformativo, Giant Leap.

Il modello adottato mostra che solo con profonde trasformazioni (le 5 svolte) si può garantire che gli SDG siano raggiunti, anche se non sono sufficienti a colmare il divario di genere e a contenere il riscaldamento globale entro 1,5°C.
Dire che siamo all’ennesimo avviso della comunità scientifica è ormai ripetere una frase fatta, ma veritiera: a essere ottimisti potremmo consolarci dicendoci che i negazionisti vengono smentiti e i fatalisti anche, perché restano spazi d’azione.

fulviofagiani@gmail.com

Fonti:

  1. Quadernon.34–ILSESTORAPPORTODELL’IPCC–Articolipubblicatinel2021e 2022 -https://drive.google.com/file/d/1M2iUPHDIhOyBmnmQCPTpyG1jxewm9Z_4/view?usp=sharing.
  2. Fulvio Fagiani – IL RAPPORTO DI SINTESI IPCC, ALLARMI E MANCANZE –Pubblicato su UTOPIA21 di maggio 2023 – https://drive.google.com/file/d/15_LzayaBu2WdkM- 89tC6UFltk3O3qPpe/view?usp=share_link
  3. Piers Forster e altri – INDICATORS OF GLOBGAL CLIMATE CHANGE 2022: ANNUAL UPDATE OF LARGE-SCALE INDICATORS OF THE STATE OF THE CLIMATE SYSTEM AND HUMAN INFLUENCE – Pubblicato nel 2023 – https://essd.copernicus.org/articles/15/2295/2023.
  4. UNFCC – TECHNICAL DIALOGUE OF THE FIRST GLOBAL STOCKTAKE – Pubblicato nel 2023 – https://unfccc.int/documents/631600.
  5. International Energy Agency (IEA) – NET ZERO ROADMAP. A GLOBAL PATHWAY TO KEEP THE 1,5°C GOAL IN REACH. 2023 UPDATE – Pubblicato nel 2023 – https://www.iea.org/reports/net-zero-roadmap-a-global-pathway-to- keep-the-15-0c-goal-in-reach.
  6. Fulvio Fagiani – COME PORTARE IL MONDO A ZERO EMISSIONI NEL 2050 SECONDO L’AGENZIA INTERNAZIONALE DELL’ENERGIA – Pubblicato su UTOPIA21 di luglio 2021 – https://drive.google.com/file/d/14sbvxwX5Ur1Wj- G_JBZ_TFCaevSIMtpD/view?usp=sharing.
  7. FulvioFagiani–UNMONDOSICUROEGIUSTODALLAVORODELLAEARTH COMMISSION – Pubblicato su UTOPIA21 di luglio 2023 – https://drive.google.com/file/d/1G8JepMSbk- FMyWlnXdJKoIdvJWcMeyVL/view?usp=drive_link.
  8. Katharine Richardson e altri – EARTH BEYOND SIX OF NINE PLANETARY BOUNDARIES – Pubblicato nel 2023 – https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adh2458.
  9. Johan Rockström e altri – A SAFE OPERATING SPACE FOR HUMANITY – Pubblicato nel 2009 – https://www.nature.com/articles/461472a.
  10. Will Steffen e altri – PLANETARY BOUNDARIES: GUIDING HUMAN DEVELOPMENT ON A CHANGING PLANET – Pubblicato nel 2015 – https://www.science.org/doi/10.1126/science.1259855.
  11. EARTH4ALL – SDGS FOR ALL. STRATEGIC SCENARIS. EARTH4ALL SYSTEM DYNAMICS MODELLING OF SDG PROGRES – Pubblicato nel 2023 – https://earth4all.life/wp-content/uploads/2023/09/E4A_SDGs-for-All_Report.pdf.
  12. Sandrine Dixson-Decleve e altri – UNA TERRA PER TUTTI. IL PIÙ AUTOREVOLE PROGETTO INTERNAZIONALE PER IL NOSTRO FUTURO – Edizioni Ambiente, Milano 2022.